La Fondazione A. De Mari è la continuazione storica della Cassa di Risparmio di Savona, istituita dalla Società d’incoraggiamento all’industria, all’agricoltura ed al commercio di Savona (conosciuta anche come Società Economica) fondata dal Vescovo Agostino De Mari e dall’intendente Emanuele Gonzalez il 22 maggio 1834, quando il presule aveva riunito nel suo palazzo “molte persone delle più distinte della città”.
La lista dei soci fondatori contò 117 nomi in rappresentanza dell’intero ceto dirigente locale: ecclesiastici, nobili, proprietari, professionisti.
Le attività industriali erano ancora inesistenti e anzi, fu proprio grazie all’impulso dato dalla Società di incoraggiamento che si crearono le condizioni per lo sviluppo economico del territorio.
I soci fondatori credevano fermamente che il progresso potesse diffondersi anche nel territorio savonese e infatti già nello Statuto si legge che la Società intendeva proporre “i miglioramenti da farsi in ogni sorta d’industrie”, “nominando commissioni per studiare i bisogni della popolazione” (e avviando così una vera e propria attività di raccolta statistica dei dati), promuovendo lo spirito di collaborazione e di associazione, sostenendo l’istruzione e la formazione e aprendosi a membri “di entrambi i sessi”.
In questi anni i notabili savonesi, ecclesiastici e civili, furono portatori di una trasformazione del pensiero che riusciva a declinarsi anche negli aspetti più concreti della vita: venne istituita la Scuola di Arti e Mestieri e la scuola di Disegno e Architettura (1837), si fondò un Conservatorio per le ragazze povere da parte della futura Santa albissolese Maria Giuseppa Rossello, destinato ad assicurare “la sorte di molte figlie che vi abiteranno, come pure di molte altre, che frequenteranno in qualità di esterne quelle scuole di carità dove impareranno a vivere cristianamente e del pari saranno esercitate nei vari lavori propri del loro stato”, come disse nel 1837 lo stesso Vescovo De Mari.
Un anno più tardi, nel 1838 sempre in seno alla Società di Incoraggiamento, era maturato il progetto di fondare una Cassa di Risparmio, sull’esempio di quelle che si stavano diffondendo in molte città italiane, europee e della lontana America.
Carità ed economia erano ancora strettamente legate: l’intenzione dei fondatori era infatti quella di “un esercizio del tutto privato di carità volenterosa”, che portò, non senza difficoltà, all’approvazione governativa della Cassa di Risparmio di Savona il 20 novembre 1840.
Due settimane dopo il Vescovo De Mari morì, disponendo un lascito di circa mille volumi che diede l’avvio alla costituzione della Biblioteca Civica di Savona.
La storia della Cassa di Risparmio di Savona fu molto lunga e caratterizzò fortemente tutta la vita non solo economica, ma anche sociale della città. Proprio lo strettissimo legame tra economia e carità portò la Cassa a intervenire in modo consistente nei grandi progetti cittadini, dalla costruzione del nuovo Ospedale San Paolo, a quella del Teatro Chiabrera, all’istituzione della Camera di Commercio e Arti, da subito allargata anche al territorio di Albenga. Nei successivi decenni, e fino al 1991 quando con la legge Amato si è provveduto alla ristrutturazione del sistema creditizio poi ridefinito dalla cosiddetta Legge Ciampi (legge 30 luglio 1990, n. 128 e dal Decreto Legislativo 20 novembre 1990 n.356) l’attività filantropica della Cassa di Risparmio è stata scorporata da quella Bancaria, dando vita alla Fondazione Cassa di Risparmio di Savona, poi ridenominata Fondazione Agostino De Mari, per ricordare il grande iniziatore di questo importante processo storico.